Cinque dipinti del Museo Pedro de Osma per avvicinarsi all’arte coloniale peruviana.
Vergine con bambino
Un buon punto di partenza: non solo per il suo stile, influenzato dal manierismo, ma anche perché la sua paternità è attribuita al sacerdote spagnolo Bernardo Bitti, membro dell’ordine dei Gesuiti.
Arrivò in Perù nel XVI secolo e installò il suo laboratorio a Cusco, dove divenne uno degli insegnanti europei più influenti a venire in questa città.
È considerato uno dei fondatori della scuola di pittura di Cusco.
Vergine del Rosario di Pomapata
Questo dipinto anonimo, risalente al XVIII secolo, mostra chiari segni di meticciato.
Elemento centrale che ci aiuta a comprendere l’arte coloniale come un prodotto in sé, creato sulla base dei principi originali del Nuovo Continente, e per non cadere nella trappola di pensare che sia solo una brutta copia di modelli europei.
Il sincretismo era uno strumento molto utile ai fini dell’evangelizzazione, poiché l’uso di motivi che potevano essere facilmente riconosciuti dalla gente del posto, come le piume, rendeva loro più facile la comprensione degli insegnamenti religiosi.
Arcangelo Arcabucero
Si tratta di un’iconografia strettamente locale, che si diffonde da Cusco e dalle Ande meridionali, e quindi non è presa da alcun modello straniero.
Ancora una volta, siamo di fronte a un’associazione simbolica di elementi nativi ed europei.
L’archibugio, ad esempio, utilizzato dagli spagnoli in la Conquest, è un’arma in grado di uccidere a distanza e che emette un rumore tremendo.
Per questo è associato a Illapa, divinità andina legata al tuono e che annuncia le piogge.
Lo vediamo anche nelle sue ali, simili a quelle degli uccelli che accompagnano i guerrieri in molti scenari locali.
Ritorno dall’Egitto
Quest’opera seicentesca è attribuita al pittore autoctono Quispe Tito, uno degli autori più famosi del suo tempo.
In esso si può vedere chiaramente l’influenza della pittura olandese, soprattutto nei suoi cieli e paesaggi, tipicamente fiamminghi.
Il matrimonio di Martín de Loyola con ñusta Beatriz
Per cogliere l’importanza di questo dipinto, di un autore anonimo, bisogna sapere chi sono i suoi protagonisti.
Sebbene il dipinto risale al XVIII secolo, mostra l’unione di importanti personaggi del XVI secolo, rappresentanti sia della nobiltà Inca che dell’élite gesuita, che a sua volta simboleggia l’alleanza tra le tradizioni europee e native.
A sinistra vediamo Martín de Loyola, capitano dell’esercito che sconfisse le schiere di Túpac Amaru a Vilcabamba e pronipote di San Ignacio de Loyola, il fondatore dei Gesuiti, sposato con la principessa Inca Beatriz.
A destra, ci sono Juan de Borja, nipote di San Francisco de Borja, sposato con il meticcio Lorenza.
Al centro ci sono i due santi gesuiti, e dietro si possono vedere la nobiltà Inca e i poteri della Chiesa.
Museo Pedro de Osma, Pedro Pablo Alayza
Indirizzo: Avenida Pedro de Osma 421, Barranco.
Orario: da martedì a domenica, 10:00 alle 18:00
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